Siamo tornati al punto di partenza

17 Marzo 2021, Francesco Capo, Byoblu

Ancora lockdown e autocertificazione

Avete presente il gioco dell’oca? Quando stai quasi per arrivare al traguardo c’è una casella infame: “torna al punto di partenza”.
È esattamente la casella in cui siamo finiti in questo momento, con mezza Italia in zona rossa, che significa lockdown e la restante in zona arancione, che significa restrizioni di libertà costituzionali, comprese quelle legate alla sfera economica di un individuo.
A più di un anno di distanza dal febbraio 2020 viene riproposta anche l’autocertificazione per gli spostamenti.

Dpcm illegittimi: la sentenza del giudice di Reggio Emilia

Un giudice di Reggio Emilia ha stabilito che esibire un’autocertificazione falsa non costituisce reato, perché i dpcm sono illegittimi, in quanto non possono limitare la libertà personale, che è inviolabile e che, ai sensi dell’articolo 13 della Costituzione, può essere ristretta solo con atto motivato dell’autorità giudiziaria e nei casi e modi stabiliti dalla legge. Ovviamente si tratta di una sentenza che vale nel caso specifico, cioè per le sole persone coinvolte in quel processo. Non ha effetti verso tutti, ma può costituire un precedente anche per altri giudici.

Le nuove raccomandazioni sanitarie

Secondo le autorità sanitarie italiane, in questo momento, il problema è rappresentato dal dilagare delle varianti del coronavirus. C’era da prevederlo, visto che i coronavirus mutano nel corso del tempo.
Per provare ad arginare la diffusione del virus, il Ministero della Salute, l’Istituto superiore di sanità, l’Agenzia italiana del farmaco e l’Inail hanno redatto un nuovo documento dal titolo “Indicazioni ad interim sulle misure di prevenzione e controllo delle infezioni da SARS-CoV-2 in tema di varianti e vaccinazione”. Il documento contiene nuove regole e raccomandazioni.

La distanza fisica tra le persone da rispettare resta quella di un metro, ma le autorità sanitarie raccomandano di aumentarla fino a due metri in tutti i casi in cui venga rimossa la mascherina, come ad esempio nei ristoranti e bar.
Per questi ultimi, i cui titolari hanno già dovuto ridurre i loro coperti, si paventa la possibilità di utilizzare tavoli più lunghi anche per sole due persone.

Per quanto i riguarda i vaccini, secondo le Istituzioni sanitarie, le persone che hanno avuto il Covid, indipendentemente dal manifestarsi dei sintomi, “dovrebbero essere vaccinate”. Questo è un punto controverso, visto che alcuni medici, come ad esempio addirittura anche l’infettivologo Massimo Galli, hanno detto che vaccinare contro il Covid-19 persone che ne sono guarite potrebbe essere inutile e forse anche rischioso.
Secondo il rapporto, le persone guarite devono essere vaccinate con una sola dose, purché la somministrazione venga eseguita ad almeno tre mesi di distanza dall’infezione ed entro i sei mesi dalla stessa. Fanno eccezione gli immunodepressi che, se hanno avuto il Covid, “devono essere vaccinati quanto prima e con un ciclo di due dosi”.

Il vaccino non rende liberi

Come aveva chiarito in passato anche l’Aifa nelle raccomandazioni presenti sul suo sito internet, il vaccino non costituisce un certificato di libertà. Coloro che hanno ricevuto il vaccino devono osservare, anche se asintomatici: un periodo di 10 giorni di quarantena dall’ultima esposizione con un test antigenico o molecolare negativo al decimo giorno, oppure un periodo di 14 giorni di quarantena dall’ultima esposizione.
Non conosciamo poi ancora la percentuale precisa di efficacia dei vaccini e non è ancora noto se le persone vaccinate possano comunque acquisire l’infezione da Sars-CoV-2 ed eventualmente trasmetterla ad altri soggetti.

Lockdown a Pasqua per salvare l’estate?

Dal 3 al 5 aprile, nei giorni festivi e prefestivi di Pasqua, a tutta la popolazione italiana verrà imposto un lockdown, con la deroga di poter effettuare uno spostamento all’interno della regione, una sola volta al giorno, per raggiungere una sola abitazione di amici o parenti, dalle 5 del mattino alle 22.
Il Ministero dell’interno ha diramato ai prefetti una circolare per rafforzare i controlli, “specificamente nelle aree urbane più sensibili, potenzialmente interessate da fenomeni di assembramento”.

Queste misure restrittive, di chiusura e lockdown e repressive nei confronti dei cittadini, diventati persone da controllare, sono realmente efficaci da un punto di vista sanitario per arginare la diffusione di un virus visto che a distanza di più di un anno continuano a essere prese, evidentemente con scarsi risultati?

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